La Green Finance

Paolo Neri, Relationship Manager Warrant Hub

 

Il Green Asset Ratio o GAR è l’indice che dal prossimo 01/01/2023 determinerà la quota delle attività del portafoglio bancario che risulteranno allineate alla tassonomia UE, rispetto al totale delle attività della banca.

 

I cambiamenti climatici rappresentano una sfida ineludibile che il sistema economico è chiamato ad affrontare nei prossimi decenni. Diversi settori dell’economia globale stanno iniziando a diventare sempre più sensibili a questa tematica e tra questi il sistema finanziario, spinto a livello legislativo dalla Tassonomia per la finanza sostenibile e trascinato da un punto di vista operativo dall’introduzione del Green Asset Ratio. Vediamo brevemente di cosa di tratta. 

Il Regolamento UE sulla tassonomia, adottato ufficialmente il 18 giugno 2020 dal Parlamento Europeo, rappresenta il primo sistema al mondo di classificazione delle attività economiche sostenibili, capace di creare un linguaggio comune che gli investitori potranno usare ovunque quando investono in progetti e attività che hanno significative ricadute positive sul clima e sull’ambiente. La tassonomia stabilisce sei obiettivi ambientali e consente di etichettare un’attività economica come sostenibile dal punto di vista ambientale, se questa contribuisce ad almeno uno degli obiettivi fissati senza danneggiare significativamente nessuno degli altri. Questo impianto normativo ha spinto fin da subito gli organismi di vigilanza europei (EBA e BCE) a muoversi nei confronti delle banche, introducendo l’uso di specifici KPI per il finanziamento di attività sostenibili dal punto di vista ambientale. Il Green Asset Ratio o GAR è l’indice che dal prossimo 01/01/2023 determinerà la quota delle attività del portafoglio bancario che risulteranno allineate alla tassonomia UE, rispetto al totale delle attività della banca. 

Per poter ricevere supporto dal sistema finanziario, la sfida chiave per le imprese italiane sarà rappresentata dalla comunicazione dei dati ESG agli Istituti di credito. Per le banche sarà infatti imprescindibile ottenere informazioni accurate e puntuali sulle attività aziendali e sulla misura in cui esse siano allineate alla tassonomia europea, per stabilire quante risorse e a che prezzo erogarle. La questione fondamentale è dunque quella della trasparenza dei dati, che dovranno indicare in modo chiaro e corretto l’impatto sociale ed ambientale delle attività svolte dalle imprese. Il tema del dato e soprattutto della sua consistenza sarà al centro di una rivoluzione culturale che dovrà attuarsi in maniera rapida su entrambi i fronti, visto che i dati dovranno essere estrapolati e rendicontati con metodologie e framework riconosciuti a livello internazionale, ma dovranno anche essere letti ed interpretati in chiave finanziaria. 

In altre parole, mentre le imprese saranno chiamate a comunicare in maniera trasparente e consistente le proprie strategie ambientali, sociali e di governance, in banca si renderà necessario formare nuove figure professionali in grado di leggere e interpretare Rapporti di Sostenibilità, Carbon Footprint ed analisi LCA oltre che conti economici e stati patrimoniali. L’urgenza con cui si dovrà necessariamente realizzare questa rivoluzione è stata ulteriormente amplificata dalla pandemia e dalla recente crisi geopolitica internazionale, ma al momento si percepisce solo un forte disorientamento, fatto principalmente di questionari a tema ESG somministrati dalle banche alle imprese clienti, ma ridefinizione dal rapporto tra le parti, reso necessario dalla tassonomia ed urgente dal GAR, passerà necessariamente attraverso la misurazione e la valorizzazione della capacità di futuro di una azienda non solo in termini finanziari. 

Autore

  • Paolo Neri

    Relationship Manager di Warrant Hub – Tinexta Group e coordinatore del progetto Warrant GARDEN (Green Advanced technology Research and Development Economy), che si occupa della consulenza e dell’orientamento in tema di sostenibilità per le imprese. Laureato in Economia e Gestione delle imprese, dopo un’esperienza in ambito bancario, è entrato in Warrant Hub nel 2003, occupandosi dapprima di Business Development, per poi passare allo sviluppo di partenariati e di relazioni con le istituzioni europee nell’ambito di progetti e programmi UE per la ricerca e l'innovazione. Promotore della Digigreen Innovation e autore di diversi articoli sul tema della transizione digitale e verde, è docente dell’Online Certification Program for Digigreen Professionals del MIP Politecnico di Milano e del Master Executive SUSTMAG di Unitelma Sapienza. Da gennaio 2021 è membro del comitato tecnico scientifico di MADE – Competence Center Industria 4.0.

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