GREEN E DIGITAL NEI PROCESSI DECISIONALI AZIENDALI

Paolo Neri, Relationship Manager Warrant Hub

 

Il Green Deal proposto dalla Commissione Europea per dimezzare le emissioni entro il 2030 e azzerarle nel 2050 cambia in maniera significativa la visione prospettica di ciascuno.

 

Il futuro non è più quello di una volta.

Il Green Deal1 proposto dalla Commissione Europea per dimezzare le emissioni entro il 2030 e azzerarle nel 2050 cambia in maniera significativa la visione prospettica di ciascuno, dal momento che diventare il primo continente a impatto climatico zero costituisce contemporaneamente la sfida e l’opportunità più grande del nostro tempo.

Prendendo in esame l’Italia, nel proprio rapporto annuale, Greenitaly2 sottolinea come le performance delle imprese che abbiano investito nel Green siano superiori in termini di fatturato, numero di occupati ed export. Il report evidenzia alcuni aspetti di particolare interesse riguardo alle aziende che investono nel Green. Queste sono caratterizzate da:

 

  • maggiore competitività;
  • maggiore propensione all’innovazione (dato particolarmente evidente nelle PMI);
  • maggiore adozione delle misure conformi ai piani Industria, Impresa 0

Questo scenario mette in luce come il Green sia un driver di valore sostenuto dall’applicazione delle nuove tecnologie digitali e, allo stesso tempo, rappresenta una risposta alla domanda di sostenibilità da pa rte dei consumatori.

Questo articolo assume un approccio pragmatico per sostenere la sinergia tra Digital e Green nella realizzazione di quella che Warrant Hub e Warrant Innovation Lab propongono come DigiGreen Innovation, ovvero la capacità di pianificare una strategia di sviluppo aziendale ed industriale che integri le istanze della sostenibilità ambientale con quelle delle tecnologie digitali.

Politiche finanziarie nazionali ed europee

Oggi i concetti di sostenibilità e digitalizzazione sono parte integrante dei programmi di sviluppo delle istituzioni nazionali e sovranazionali. Mai come in questo momento storico sono esistiti a livello nazionale e comunitario tanti strumenti finanziari agevolativi, complementari tra di loro a sostegno dell’innovazione digitale e sostenibile. La Commissione Europea articola il proprio intervento nel prossimo futuro su tre assi principali:

  • il programma Digital Europe3 che dal 2021 al 2027 supporterà lo sviluppo e la diffusione delle migliori tecnologie di supercomputing, artificial intelligence e cybersecurity, con una dotazione finanziaria che supera gli 8 miliardi di Euro;
  • Horizon Europe4, il nuovo programma quadro per la ricerca e l’innovazione il cui budget nello stesso arco temporale è di 100 miliardi di Euro;
  • il Green Deal1, il piano di investimenti da 1000 miliardi di Euro previsti entro il 2050 per dimezzare le emissioni del continente entro il 2030 e azzerarle nel 2050.

DigitalEuropesosterràiprocessididigitalizzazionedelsettorepubblicoeprivatoattraversolacreazionediunareteinternazionalediEuropeanDigitalInnovationHub.

Gli Hub saranno veri e propri centri di eccellenza tecnologica a cui le imprese o le pubbliche amministrazioni potranno rivolgersi per perfezionare la propria trasformazione digitale.

Horizon Europe, invece, sarà il nuovoprogramma quadro per la Ricerca e l’Innovazione, ovvero lo strumento finanziario con cui laCommissioneEuropeasosterràprogettistrategiciinternazionalifinalizzatiallacreazioneoallaprimaapplicazioneditecnologiadisruptive.

Sul fronte ambientale, stanno debuttando le prime call del Green Deal, il nuovo piano strategico di lungo periodo finalizzato a trasformare l’Europa nel primo continente ad emissioni zero entro il 2050.

A livello nazionale, il piano Transizione 4.05 prevede 3 linee di agevolazione a supporto di interventi

Digital senza tralasciare i temi Green:

  • il Credito d’imposta Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design6 intende stimolare la spesa privata in ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica per sostenere la competitività delle imprese e favorire i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale;
  • il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali7 supporta ed incentiva le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi;
  • il nuovo Credito d’imposta formazione 08 favorisce gli investimenti delle imprese nella formazione del personale sulle materie aventi ad oggetto le tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale.

Sebbene sia riconosciuta un’importanza strategica sia ai temi Green che a quelli Digital, quanto proposto a livello europeo e italiano configura azioni di finanziamento in modo specifico, definendo di fatto visione esclusiva tra le due tematiche.

Digital e Green tra rischi e opportunità

La netta distinzione tra Green e Digital nei programmi di incentivo nazionale ed europeo costituisce una forzante finanziaria nei confronti delle imprese. Ciò influenza le decisioni strategiche di investimento e si concretizza in una risposta disgiunta alle esigenze tecnologiche ed ambientali.

       Green e Digital nei processi decisionali aziendali

Comunemente accade che all’interno delle aziende, in particolare delle PMI, i temi Digital e Green siano affrontati da figure diverse. In particolare, le esigenze Digital sono generalmente affidate alle Operations, mentre le necessità Green sono appannaggio del Marketing. Ad aggravare la situazione,oltre alla separazione delle responsabilità e delle competenze, spesso queste figure non hanno unadeguatoscambiodiinformazioni.IlpuntodiconvergenzaèspessodettatodallagerarchiaaziendalechecoinvolgeilCEOe/oilCFOalmomentodivalidarelepropostediinvestimentoinrelazioneagliobiettiviaziendalievalutarequalipotenzialicontributisianodisponibilipersostenerlifinanziariamente. Questo approccio disgiunto costituisce una sorgente di rischio notevole, sottodiversipuntidivista.

La diffusa consapevolezza dei consumatori/clienti in merito ai temi Green rende sempre più svantaggioso trattare la sostenibilità meramente in termini di comunicazione e marketing, ovvero cadere nel rischio del Greenwashing9. Infatti, questo ha un impatto negativo sulle intenzioni di acquisto dei consumatori, sempre più in grado di distinguere un’azienda che abbia veramente integrato la sostenibilità nella prioria strategia di business da una che lo faccia a mero scopo commerciale, rendendolo un rischio da evitare [1–3]. Per contro, dal punto di vista tecnologico le PMI hanno competenze di altissimo livello per ciò che riguarda il core business. Tuttavia, queste soffrono di un’eccessiva focalizzazione che tende a limitare l’effettivo sfruttamento delle potenzialità che le tecnologie 4.0 offrono.

Confindustria rileva che l’84,7% delle imprese beneficiarie della misura dell’iper-ammortamento non aveva mai effettuato investimenti in tecnologie 4.0 prima dell’introduzione dell’agevolazione fiscale10, sottolineando così l’effetto prevalente della leva fiscale rispetto alla consapevolezza tecnologica, alla base della pianificazione degli investimenti. Situazione ben sintetizzata da quella che potremmo definire la “sindrome del porta tazza11. I rischi sono reali e rappresentano potenziali perdite economiche per le aziende che non sanno gestirli. Tuttavia, allo stato attuale del sistema economico globale, Digital e Green sono percorsi di sviluppo irrinunciabili, occasione di generazione di valore su cui fondare anche nuovi modelli di business.

Digital e Green per la creazione di valore

Sia Digital sia Green sono temi promotori di innovazione del sistema economico tramite la generazione di valore e relativi modelli di business dedicati. Industry 4.0, significa quarta rivoluzione industriale [4, 5] ovvero quarta occasione nella storia in cui la tecnologia ha la capacità di rendere remunerativi modelli di business precedentemente preclusi ed impensati [6–9]. Mentre l’introduzione di tecnologia di ultima generazione è percepita come valore dalla maggior parte degli imprenditori e manager, la sostenibilità è un valore apprezzato dal mercato ma che fatica ad essere percepito come remunerativo. Tuttavia, è in corso una evoluzione dell’approccio verso il Green, sempre più sfruttato come leva per la creazione di valore [10]. I dati del settore della moda, seconda industria più inquinante a livello mondiale, confermano che la tematica ambientale avrà un’influenza sempre crescente sulla brand reputation e sulle abitudini d’acquisto dei consumatori [11]. In particolare, in risposta alla disponibilità da parte del 70% dei consumatori a scegliere un prodotto ecosostenibile al

posto di uno a maggiore impatto ambientale, spendendo il 5% o il 10% in più, la percentuale di prodotti ecosostenibili venduti nei negozi multimarca a livello globale è destinata a salire dal 23% al 42% nei prossimi 5 anni. La via della sostenibilità non è più dunque solo una alternativa etica alla crescita, quanto un percorso obbligato di reale cambiamento degli attuali modelli di produzione e consumo [12].

Bibliografia

 

  • De Jong MDT, Harkink KM, Barth S (2018) Making Green Stuff? Effects of Corporate Greenwashing on Consumers. J Bus Tech Commun
  • Khandelwal M, Sharma A, Jain V (2019) Greenwashing: A Study on the Effects of Greenwashing on Consumer Perception and Trust Build-Up.
  • Winston A (2010) Avoiding Greenwash and its Dangers. Harv Bus Rev
  • Kagermann H, Lukas W, Nachrichten WW-V, (2011) Undefined Industrie 0: Mit dem Internet der Dinge auf dem Weg zur 4. Industriellen Revolution. dfki.de
  • Schwab K (2016) The Fourth Industrial Revolution. World Econ Forum
  • Leadership SB-S&, 2012 Undefined Digital transformation: opportunities to create new business models. Emerald.com
  • Remane G, Hanelt A, Nickerson RC, Kolbe LM (2017) Discovering digital business models in traditional industries. J Bus Strategy
  • Berman SJ (2012) Digital transformation: Opportunities to create new business models. Strateg Leadersh
  • Teece DJ, Linden G (2017) Business models, value capture, and the digital enterprise. J Organ Des 6:
  • Onisto L (1999) The business of sustainability
  • McKinsey&Co (2019) Global Sustainability Report: sustainability matters, but does it sell?
  • Nidumolu R, Prahalad CK, Rangaswami MR (2009) Why Sustainability Is Now the Key Driver of Innovation

1 https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it

2 https://www.symbola.net/ricerca/greenitaly-2019/

3 https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/europe-investing-digital-digital-europe-programme

4 https://ec.europa.eu/info/horizon-europe-next-research-and-innovation-framework-programme_en

5 https://www.mise.gov.it/index.php/it/transizione40

6 https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-r-s

7 https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-beni-strumentali

8 https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-formazione

9 https://it.wikipedia.org/wiki/Greenwashing

10 https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/valutazione-delle-politiche- pubbliche/tutti/dettaglio/crescono-gli-occupati-grazie-agli-investimenti-agevolati-in-tecnologie-4.0 11 https://www.satellites.co.uk/forums/threads/true-story-from-a-novell-netwire-sysop.4651/

 

Autore

  • Paolo Neri

    Relationship Manager di Warrant Hub – Tinexta Group e coordinatore del progetto Warrant GARDEN (Green Advanced technology Research and Development Economy), che si occupa della consulenza e dell’orientamento in tema di sostenibilità per le imprese. Laureato in Economia e Gestione delle imprese, dopo un’esperienza in ambito bancario, è entrato in Warrant Hub nel 2003, occupandosi dapprima di Business Development, per poi passare allo sviluppo di partenariati e di relazioni con le istituzioni europee nell’ambito di progetti e programmi UE per la ricerca e l'innovazione. Promotore della Digigreen Innovation e autore di diversi articoli sul tema della transizione digitale e verde, è docente dell’Online Certification Program for Digigreen Professionals del MIP Politecnico di Milano e del Master Executive SUSTMAG di Unitelma Sapienza. Da gennaio 2021 è membro del comitato tecnico scientifico di MADE – Competence Center Industria 4.0.

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