Comunicare la sostenibilità

Pubblicità ingannevole, concorrenza sleale e Greenwashing

Lungo la strada che porta le aziende italiane verso la transizione green si incontrano alcuni ostacoli correlati al tema della comunicazione. La grande sfida, che spetta soprattutto alle PMI, non è legata esclusivamente alla dimensione del “fare” ma inevitabilmente anche a quella del “comunicare”, per di più in maniera consistente, impostando la propria strategia di comunicazione su dati ed informazioni coerenti e misurabili con metodologie basate su framework internazionali. 

La necessità di avviare processi di transizione ecologica consistenti e misurabili nasce da due precisi input di tipo normativo. 

Il primo è legato alla prima ordinanza cautelare emessa in Italia dal Tribunale di Gorizia a novembre 2021 in materia di pubblicità ingannevole, concorrenza sleale e greenwashing. All’azienda condannata, è stata ordinata la cessazione della diffusione dei claim “100% riciclabile”, “Riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO2 dell’80%”, “Scelta naturale” ed in generale di tutte le informazioni non verificabili ed ingannevoli sul contenuto di materiale riciclato del prodotto. 

Il secondo invece arriva direttamente dalla Commissione Europea che il 21 aprile 2021 ha pubblicato la proposta di estensione dell’obbligo di pubblicazione della Dichiarazione non finanziaria (DNF) dalle grandi società di interesse pubblico e le grandi imprese quotate, a tutte le grandi società e a tutte le società quotate in mercati regolamentati, comprese le PMI. 

Le aziende italiane sono dunque compresse in una sorta di morsa. Da un lato devono avviare percorsi di transizione ecologica per rimanere più competitive o più semplicemente per poter rispondere alle richieste di un mercato dove i grandi player dovranno fare scelte sempre più green a livello di catena di fornitura per poter raggiungere i propri obiettivi dichiarati in DNF. Dall’altro dovranno comunicare in maniera puntuale la sostenibilità dei propri prodotti o dei propri processi, utilizzando strumenti e metodologie riconosciute a livello internazionale, ma non ancora così diffuse soprattutto a livello di piccola e media impresa. 

Un esempio virtuoso di una PMI che vuole essere più competitiva attraverso la comunicazione consistente della sostenibilità è quello di Nuova General Instruments Srl. L’azienda appartiene al gruppo Gianesi e vanta un’esperienza trentennale nella produzione di valvole di sicurezza ad intervento automatico, in grado di soddisfare le più svariate esigenze della clientela. In particolare, questi prodotti, costruiti in ottone e acciaio inossidabile, a scarico libero e convogliato ed adattabili a qualsiasi tipo di fluido, vengono utilizzati per la depressurizzazione di recipienti per aria compressa e/o impianti chimici farmaceutici, alimentari, enologici, criogenici. Le valvole di sicurezza prodotte dall’azienda sono omologate e conformi a quanto richiesto dalla Direttiva europea e dalle principali direttive internazionali, e su richiesta possono essere eseguiti i collaudi dai più prestigiosi enti internazionali. 

Nonostante l’importante volume giornaliero di valvole prodotte su commessa, l’azienda è in grado di offrire ai propri clienti elevati gradi di personalizzazione, come ad   

esempio la possibilità di riportare, tramite scrittura laser, il codice prodotto direttamente sulla valvola. 

L’azienda ha intrapreso nel corso del 2022 un percorso di valorizzazione dal punto di vista ambientale del proprio lavoro misurando l’impronta carbonica dei propri prodotti, per la cui costruzione vengono utilizzati prevalentemente metalli (ottone e acciaio) e polimeri termoplastici (PVC). Per questa attività l’azienda è affiancata da un’altra PMI innovativa, Studio Fieschi & Soci Srl, che dal 2005 offre ai propri clienti percorsi personalizzati per aumentare la sostenibilità di prodotti, processi e servizi. 

Il primo approccio concreto al raggiungimento di questo obiettivo sarà la realizzazione di uno studio di Carbon Footprint relativo ad una serie di prodotti rappresentativi della azienda, che terrà conto degli impatti derivanti dal ciclo di vita dei prodotti considerati, dall’estrazione delle materie prime sino alla spedizione al cliente, in una logica Cradle to Gate1. L’impostazione di questo studio sarà poi funzionale allo sviluppo di un tool automatizzato che consentirà di ottenere in maniera speditiva e dinamica l’impronta carbonica di tutti i prodotti, in modo che, questi risultati potranno essere utilizzati per analisi interne o direttamente condivisibili col cliente, con l’obiettivo finale di poter indicare sulla singola valvola non solo il codice prodotto, ma anche i kg di CO2 equivalente che sono stati necessari per produrla.   

 

– Tratto dal rapporto annuale “GreenItaly 2022” di Symbola e Unioncamere –

Note:

1 – Analisi parziale del ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione delle risor- se (cradle) all’uscita dalla fabbrica (gate).

Autore

  • Paolo Neri

    Relationship Manager di Warrant Hub – Tinexta Group e coordinatore del progetto Warrant GARDEN (Green Advanced technology Research and Development Economy), che si occupa della consulenza e dell’orientamento in tema di sostenibilità per le imprese. Laureato in Economia e Gestione delle imprese, dopo un’esperienza in ambito bancario, è entrato in Warrant Hub nel 2003, occupandosi dapprima di Business Development, per poi passare allo sviluppo di partenariati e di relazioni con le istituzioni europee nell’ambito di progetti e programmi UE per la ricerca e l'innovazione. Promotore della Digigreen Innovation e autore di diversi articoli sul tema della transizione digitale e verde, è docente dell’Online Certification Program for Digigreen Professionals del MIP Politecnico di Milano e del Master Executive SUSTMAG di Unitelma Sapienza. Da gennaio 2021 è membro del comitato tecnico scientifico di MADE – Competence Center Industria 4.0.

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